09 October 2008

20 ottobre: L'asse del bene

Il nuovo grande affresco di Fulvio Grimaldi sui grandi mutamenti che segnano l'emancipazione del Cono Sud del continente americano


Cuba: la denuncia del terrorismo Usa, nuove conquiste sociali, l'internazionalismo delle brigate internazionali di lavoro volontario.

Venezuela: la rivoluzione bolivariana avanza e Caracas è il cuore e la mente del riscatto continentale, le misiones oggi, i complotti Usa, il Festival Mondiale della Gioventù e degli studenti.

Bolivia: le grandi insurrezioni con Evo Morales hanno portato al riscatto degli indios dopo 500 anni di genocidio ed esclusione.

Ecuador: con Rafael Correa restituisce al Paese la sovranità violata dalle m ultinazionali e ricostruisce lo Stato su basi di giustizia socia e protagonismo indigeno.

La ricorrenza dell'assassinio del Che vissuta tra rivoluzionari di tutto il mondo nei luoghi della guerriglia. Evo Morales: oggi il Che ha vinto.

contatti: visionando@virgilio.it

02 October 2008

Searching for Samsara

Dopo una (un po' troppo) lunga pausa di riflessione, abbiamo finalmente ripreso l'attività del Circolo 2046.

Quest'anno ci sono novità sostanziali, prima fra tutte la scelta del giorno di proiezione: il lunedì, così come ci era stato chiesto da molti nostri spettatori.

Quella più importante invece riguarda la collaborazione con la Regione Lazio che ha creduto nel nostro progetto patrocinando la rassegna e la collaborazione con il Liceo Vian di Bracciano che ospiterà un corso di realizzazione di documentari, tenuto dal regista Marco Leopardi e da altri professionisti del settore documentaristico.

Speriamo con questo, di inaugurare un nuovo rapporto con la scuola superiore più frequentata del territorio e di diffondere tra i ragazzi la cultura del cinema documentario, spesso limitata ai film sugli animali di disneyana memoria o a usi e costumi di popolazioni lontane.

Alla fine del laboratorio, che si svolgerà a cadenza settimanale, le ragazze e i ragazzi partecipanti realizzeranno un documentario scritto da loro, che sarà proiettato nell'ambito della rassegna.

Tornando alla serata inaugurale della rassegna 2008, è stato proiettato Searching for Samsara di Diego D'Innocenzo e Marco Leopardi. Grande emozione per la vicenda del "bambino sacro" che danza per Shiva e che giunto all'età della pubertà deve rinunciare alla sua passione per la danza e tentare nuove strade. Diego D'Innocenzo ha raccontato la sua esperienza in India e le difficoltà incontrate nella realizzazione di questo film del quale è in preparazione una nuova versione più lunga nella quale, tra le altre, saranno inserite le scene dell'incontro tra i ragazzi che danzano e l'ultima loro omologa vivente.

Sicuramente parlare o pensare di conoscere l'India è impresa quasi impossibile, ma opere come questa di D'Innocenzo e Leopardi sono tessere preziose del quasi infinito mosaico dell'Universo indiano e poterle vedere è un'occasione da non perdere.



11 December 2007

Civico 0

Il nuovo film di Citto Maselli: un viaggio tra gli "invisibili"

Giovedì 20 dicembre presenteremo il nuovo film di Citto Maselli, uno dei grandi maestri del cinema italiano.

Nel film c'è la Roma degli "invisibili", così estranea al grande Luna Park Globale, più simile a un viaggio sul trenino della Ferrovia Roma Nord che alla Festa del Cinema, più vicina ai mercati dell'usato delle periferie che alla grandiosità imperiale dei grandi eventi. Una Roma polverosa che vive nascosta sotto il tappeto del salotto buono della "città" e presente in ogni angolo, nei nuovi quartieri come nei vecchi, popolata di uomini e donne terribilmente reali e così poco somiglianti ai protagonisti delle pubblicità televisive e dei reality show.

Una Roma che Maselli mostra con l'attenzione e la capacità che gli sono proprie e alla quale rendiamo omaggio.

Protagonisti del film, tratto da un romanzo di Federico Bonadonna, sono Ornella Muti, Massimo Ranieri e Letizia Sedrick chiamati a interpretare le storie, rispettivamente, della migrante rumena Nina, del clochard Giuliano e della migrante etiope Nina.

il trailer del film

conferenza stampa parte 1
parte 2
parte 3
parte 4

Citto Maselli: la sua biografia



05 December 2007

Le donne vestivano gonne fiorite

Successo dell'incontro con Paola Marotti, produttrice del film e Graziano Halilovic, mediatore culturale

Un sincero ringraziamento a Paola e Graziano per i loro racconti che ci hanno indicato un punto di vista molto diverso da quello che normalmente siamo soliti prendere in considerazione. Molte domande del pubblico che in qualche caso è rimasto spiazzato non tanto dalle risposte di Graziano, rom per nascita e cultura, quanto dalla storia di Paola e dalla sua scelta di vivere in un campo.

Forse è sgradevole conoscere le colpe del nostro mondo nei confronti dei rom, che crea i campi, ma non gli fornisce l'acqua e l'energia elettrica, che chiede la frequenza della scuola dell'obbligo ai bambini ma non lascia che siano i genitori ad accompagnarli. E' sicuramente più facile stigmatizzare le colpe di questa etnia, assecondando il nostro lato più oscuro, quello che ha paura del confronto con "l'altro", che non si vuole mischiare alla povertà, che vuole che gli "zingari vadano altrove" e plaude alle deportazioni dei sindaci di destra e non.
Ragioniamo sui modi di contruire la convivenza di tutti, diamo una possibilità a chi vuole "crescere" anche al di fuori del campo in cui è nato e cresciuto, senza rinnegare le proprie origini. L'integrazione passa per il mondo del lavoro, della conoscenza e della comprensione, è questo il compito che una società che si reputa civile, deve assumersi.

Questa è la nota sul film:

Nelle comunità zingare che vivono nei "campi nomadi" di Roma le adolescenti sono alla ricerca di un futuro migliore. Fatto di indipendenza, emancipazione, dialogo con la società maggioritaria.
"Le donne vestivano gonne fiorite" raccoglie le testimonianze di tre di queste ragazze, intessute di desideri, aspettative, sogni e timori per il futuro, e le mette a confronto con le esperienze di vita di quattro donne delle generazioni precedenti.

Protagoniste del documentario sono sette donne rom che vivono nei "campi nomadi" romani: un'anziana che ricorda ancora il girovagare delle carovane dei kalderasha artigiani ramai, tre romnià bosniache giunte in Italia tanti anni fa e alle quali la vita ha riservato destini diversi lungo la difficile strada verso l'integrazione, e poi tre giovani ragazze, ciascuna a suo modo desiderosa di indipendenza e alla ricerca di tanto di un suo posto nella società quanto della sua identità all'interno della comunità di appartenenza.

La testimonianza delle adulte e delle ragazze, come in una sorta di "controcanto" tra i richiami della tradizione e i desideri di cambiamento, fanno emergere numerosi particolari della loro vita sociale e personale, raccontano della durezza della vita dei campi e dei sogni per il futuro migliore, componendo un quadro variegato di cosa può significare essere donna ed essere zingara oggi, all'inizio del XXI secolo, in una grande città come Roma.

12 November 2007

Che Guevara: il corpo, il mito

Intervengono Raffaele Brunetti, regista del film e Roberto Savio, giornalista

Dall’uccisione di Ernesto Guevara, nell’Ottobre del 1967, fino al 1997, anno del ritrovamento dei suoi resti, eventi di politica internazionale hanno influenzato il destino del corpo del più famoso guerrigliero della storia rendendone impossibile il ritrovamento. Solo quando finisce la Guerra Fredda e cade l’Unione Sovietica, che vedeva nella figura di Guevara un pericoloso nemico, è possibile guardare dietro il mito del Che e iniziare a cercare quel corpo scomparso per trent’anni.

In tutti quegli anni il “fantasma” di Che Guevara ha continuato ad influenzare i destini e le vite di molte persone: dai militari coinvolti nella sua uccisione, ai compagni sopravvissuti, ai giornalisti che cercavano la verità, ad un’intera generazione che affrontava il ‘68 esponendo il poster con l’immagine stilizzata del Che.

Dalla caduta dell’Unione Sovietica, il mito del Che non ha mai smesso di crescere. I grandiosi funerali a Cuba, che a trent’anni dalla morte è riuscita a garantirsi “il possesso” dei resti dell’eroe nazionale, non servono a lasciar “riposare in pace” il guerrigliero.

Di fatto, 40 anni dopo la morte e 10 anni dopo la scoperta dei resti, i contadini di Vallegrande in Bolivia continuano a votarsi a “San Ernesto”, gli stessi militari boliviani che combatterono contro di lui continuano a chiedere un riconoscimento ufficiale, l’immagine di Che Guevara è tornata ad accompagnare le manifestazioni di protesta. Il mito è più forte che mai. Eppure il pensiero che ha caratterizzato l'ultima parte della sua vita, quello che lo ha portato a denunciare lo sfruttamento imperialista dell’Unione Sovietica ai danni dei paesi poveri, quello che lo ha portato a morire a soli 39 anni, rimane per la maggior parte sconosciuto.

31 October 2007

Il Maratoneta

Sono intervenuti Marco Leopardi, regista del film e Antonio Rainone, medico di Emergency

La maratona è sempre stata la passione di Luca Coscioni, un giovane docente universitario colpito dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica, una malattia che lo ha portato alla morte in pochi anni. Luca pur essendo immobilizzato dalla malattia, costretto ad essere vestito e imboccato, ha seguitato a vivere e lottare con la tenacia del maratoneta. Grazie al suo computer e ad una tastiera virtuale Luca è riuscito a comunicare i suoi pensieri.


Luca ha corso contro la malattia e contro le leggi italiane che vietano la ricerca sulle cellule staminali, l’unica speranza per la sua patologia e per molte altre. Grazie alla sua determinazione, Luca è diventato il presidente del Partito Radicale Italiano, che lo ha sostenuto nella battaglia a favore della libera ricerca scientifica.

Il documentario racconta il terribile decorso della malattia di Luca, la dolorosa quotidianità, ma anche le piccole vittorie e la sua lotta per la vita, i suoi appelli al Parlamento Europeo, gli incontri con scienziati e Premi Nobel (come José Samarago).

Le tematiche scottanti della libertà di ricerca e della clonazione terapeutica impongono a Luca profonde riflessioni sull’etica, la religione, la speranza, il senso della propria vita.

Josè Saramago ha scritto di Luca Coscioni:

Forse il sostegno di un semplice scrittore come me stonerà un poco, nella lista di personalità scientifiche che, con i loro nomi e il loro prestigio, suggellano le affermazioni rese da Luca Coscioni nella sua lettera, così chiara e commovente.

In ogni caso potete disporre del mio nome purché la luce della ragione e del rispetto umano possa illuminare i tetri spiriti di coloro che si credono ancora, e per sempre padroni del nostro destino.

Attendevamo da molto tempo che si facesse giorno, eravamo sfiancati dall’attesa ma ad un tratto il coraggio di un uomo reso muto da una malattia terribile ci ha restituito una nuova forza.
Grazie, per questo.


15 October 2007

Federico e Francesco

Interviene Paolo Bianchini, regista del film

Il film con il quale riprendiamo le nostre proiezioni del giovedì, fa parte di quelle opere, che nonostante il loro grande valore artistico e poetico, sono vittime delle leggi di mercato e non riescono a trovare spazio nelle sale cinematografiche.
Prive di effetti speciali, senza esplosioni e inseguimenti in auto, lontane dalla volgarità e così scarsamente "televisive", vengono viste da pochi fortunati, che fanno quello che possono per divulgarne il valore e segnalarne le rarissime proiezioni.

C'è poco da fare, di film così ci si innamora o non se ne sopporta il ritmo narrativo, la fotografia che ha la bellezza delle immagini che ritroviamo quando siamo lontani dal nostro mondo tecnologico, la recitazione che non invade la leggerezza del racconto, e soprattutto la meticolosa professionalità di un regista come Paolo Bianchini, che ama e realizza il proprio lavoro come facevano gli artigiani medioevali. Noi ci siamo innamorati subito di questo film, sin da quando era poco più di una meravigliosa idea nella mente del suo autore e abbiamo deciso, adesso che è stato realizzato, di proporlo ai nostri amici del Circolo 2046, sicuri che sarà apprezzato e amato, come accade ad ogni presentazione.

Il film è la storia dell'ipotetico incontro avvenuto tra Federico II e San Francesco, due uomini che hanno cambiato la storia del loro tempo tracciando una rotta lungo la quale le donne e gli uomini nel corso dei secoli, hanno imparato, o forse dovremmo dire, avrebbero potuto imparare, la tolleranza, la condivisione della conoscenza e dei sentimenti, la ineguagliabile sensazione di costruire la pace in un mondo in guerra.

Si ricomincia

Giovedì 25 ottobre riprende il ciclo delle nostre proiezioni al Cinema Palma di Trevignano.

Nella nuova stagione però, abbiamo deciso di cambiare qualcosa, tanto per non cullarci sugli allori. Resteranno i documentari sociali, con i quali avevamo iniziato nello scorso dicembre, che saranno alternati a proiezioni di lungometraggi che non riescono a trovare distribuzione nelle sale cinematografiche, e una sezione dedicata a cinema e musica dal vivo. Il programma dettagliato, dipendendo dalla presenza di autori e ospiti, verrà come sempre, elaborato di settimana in settimana.

Restano gli interventi di registi e ospiti e speriamo, la voglia di stare insieme che ha caratterizzato le serate dei mesi scorsi. Vi aspettiamo.